Taranto: indovina chi c’è (abusivamente) nel loculo

Una donna aveva acquistato un loculo dal Comune di Taranto pagandolo con un assegno corredato dalla documentazione necessaria. Ma quando   l’anziana signora si è recata al cimitero di Talsano (una frazione di Taranto di circa 11mila abitanti) per mostrare il suo acquisto a una parente, è rimasta di stucco (o dovremmo dire di marmo?) perché il loculo che aveva comprato anni prima dal Comune era già occupato dalla salma di una persona deceduta anni prima.

Le indagini hanno ricostruito un intreccio di illegalità: una associazione a delinquere che imponeva ai famigliari dei defunti una tangente, modesta ma da moltiplicare per decine di volte ogni mese, e applicata anche alle onoranze funebri e agli artigiani variamente coinvolti nei lavori (l’attività estorsiva si sarebbe compiuta nei due cimiteri tarantini, il «San Brunone» al quartiere Tamburi, e il «Santa Maria Porta del Cielo» a Talsano), una gestione quantomeno “elastica” degli spazi cimiteriali, anche con vendite plurime e un appalto da 7 milioni che secondo gli inquirenti era stato manipolato e costruito su misura per assegnarlo a una cooperativa “amica”: l’indagine ha preso il via dall’incendio di due mezzi di una ditta che gestiva in precedenza le attività cimiteriali e che si apprestava a partecipare (diremmo “non gradita”) alla nuova gara. Di qui gli inquirenti hanno messo sotto accusa, oltre ad alcuni necrofori, anche tre dirigenti comunali apicali per l’assegnazione considerata sospetta.

 

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