Calabria: Federcofit sostiene la separazione tra ambulanze e servizi funebri

Preso atto che in regione Calabria perdurano agitazioni volte ad opporsi all’attuazione dell’art. 5 della legge regionale 38/2023, in cui viene sancita l’incompatibilità tra attività funebri e servizi di ambulanza, Federcofit esprime il proprio sostegno al Governo regionale per il testo approvato in estate. E si schiera decisamente dalla parte di quel mondo imprenditoriale che individua nella separazione societaria e nella incompatibilità tra le due funzioni una necessità strutturale e strategica affinché il settore funebre possa operare con garanzie di correttezza ed etica.

Si deve innanzitutto tenere conto del fatto che questa legge aggiorna la precedente sul modello di quanto prodotto dalle altre regioni negli ultimi anni. Per esempio, Lombardia e Liguria. Ciò vale per le specifiche sui requisiti d’impresa, per quelle dei centri servizi, per le case funerarie e, non da ultimo, per l’incompatibilità tra ambulanze e carri funebri: una legge moderna che risponde alle esigenze di un mercato che si sta trasformando alla velocità della luce.

Il fatto è del tutto logico. Il settore in Italia serba infinite memorie di casi in cui il procacciamento di funerali è passato per le strutture sanitarie e sociosanitarie, tant’è che le leggi insistono con forza sul divieto di “consigliare” un’impresa funebre alle famiglie dolenti da parte del personale medico e paramedico, ciò per una questione di assoluto rispetto del particolare momento di fragilità psicologica che toglie lucidità a una scelta libera e consapevole, che tale deve rimanere. Va peraltro ricordato che non sono pochi i casi storici di punizione del reato con l’arresto.

L’incompatibilità in questione mira proprio a prevenire e scongiurare certe eventualità. Non si tratta affatto di limitare il diritto di intrapresa o di fiaccare slanci di volontariato, ma di tutela delle famiglie. Non è assolutamente accettabile oltre che auspicabile, che le persone che ti soccorrono oggi, ti seppelliscano domani. Sono mestieri diversi, con storie diverse, che concorrono a un fine etico di pubblico servizio e di soddisfazione delle famiglie, ma che si devono esercitare ognuna per le rispettive competenze, senza commistioni o fraintendimenti che facciano scivolare una professione nell’altra.

La separazione netta tra le attività di ambulanza e impresa funebre, insomma, contribuisce a regolarizzare il settore, a renderlo trasparente, e lo fa nel rispetto e tutela tanto delle famiglie quanto delle imprese stesse. Stiamo parlando di un orientamento normativo e giurisprudenziale ormai acclarato che viaggia spedito. I testi stessi che vengono presentati al Parlamento per configurare una legge quadro nazionale contengono l’incompatibilità di cui stiamo parlando. Vale la pena sottolineare che il disegno di legge che era in discussione avanzata alla Camera dei Deputati al tempo del governo Draghi (poi cassato per via della caduta del governo) presentava in modo molto diretto tale incompatibilità: ebbene, nessun gruppo politico ha presentato emendamenti per bocciarlo. Se non fosse caduto il governo, questo principio oggi sarebbe legge nazionale. E quando logica e politica viaggiano appaiate, non si torna indietro.

Federcofit si batte quotidianamente in tutta Italia affinché si realizzi un equilibrio tra necessità sociali, istituzionali e imprenditoriali. E aggrega le imprese che condividono l’idea che una normativa ferrea quanto a prescrizioni di requisiti e controlli agevoli la concorrenza leale, valorizzando il merito e la regolarità sul piano anche fiscale e contributivo. Le scorciatoie e i mezzucci portano solo danni e impediscono il pieno dispiegarsi del valore imprenditoriale in un settore come quello funebre che deve recuperare terreno rispetto ad altri territori europei. Ben vengano allora testi di legge maturi, consapevoli e al passo coi tempi quale dimostra di essere questa redazione calabra che va assolutamente difesa proprio laddove si propone di mettere ordine e di stimolare correttezza e responsabilità. L’incompatibilità tra servizi funebri e servizi di ambulanza, lo si dica ancora una volta, contribuisce a tanto.

Piero Chiappano
Segretario Nazionale Federcofit