Funeraria: a Milano, SOCREM si dà al business

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Federcofit e Feniof, ovvero le primarie federazioni nazionali che tutelano e promuovono lo sviluppo delle attività funebri sotto l’egida di una legislazione che favorisca la correttezza e la concorrenza leale, si esprimono in merito alla notizia ormai certa che la SOCREM di Milano ha costituito una vera e propria Società a Responsabilità Limitata, denominata, per l’appunto, SOCREM SERVIZI S.R.L. Tale attività, come del resto ha già specificato la SOCREM stessa in un’email alle imprese milanesi, avrà nel proprio oggetto sociale la vendita di servizi funerari: SOCREM diventa un’attività funebre in concorrenza con gli altri operatori.

In primo luogo, è da rilevarsi come SOCREM sia (o solo dovrebbe essere) un Ente morale, qualificato come Associazione di Promozione Sociale (APS), facente parte degli Enti del Terzo Settore (ETS), che esercita (o che solo dovrebbe esercitare) “attività di interesse generale per il perseguimento senza scopo di lucro di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociali” (Statuto SOCREM Milano Art. 3); ed è così, infatti, che lo stesso nome di SOCREM viene percepito dai cittadini fin dalla sua nascita nel lontano 1876. In ragione di ciò, SOCREM è, a differenza di un’attività propriamente commerciale, esonerata da obblighi fiscali di varia natura.

Volendo passare alla disamina delle criticità connesse all’attività commerciale di SOCREM, c’è da evidenziare, innanzitutto, come aprire gli uffici dell’impresa funebre in locali contigui a quelli dove il cittadino va a iscriversi per manifestare la propria volontà di cremazione potrebbe andare rapidamente a ingenerare nell’utenza una consonanza, se non già una pedestre sovrapposizione, tra attività solidaristica e quella commerciale, sovrapposizione tale da indurre chi intenda farsi cremare a pensare di doversi consequenzialmente servire dell’omonima impresa. Comportamento che è lecito supporre possa, anche se formalmente in modo indiretto, essere incoraggiato dalla comunicazione di SOCREM per il tramite di bollettini e comunicati ufficiali riservati agli associati dell’APS.

In altre parole, ci troviamo oggi di fronte alla nascita di un fenomeno, purtroppo, già radicato in altre Regioni, ove pubbliche assistenze, misericordie e cooperative di trasporto degenti svolgono anche imprenditoria funebre: realtà, quindi, nate senza scopo di lucro per svolgere attività di soccorso e ambulanza, che successivamente hanno usufruito del vantaggio concorrenziale proprio delle associazioni di volontariato, per assumere in talune zone una posizione dominante rispetto al privato, se non addirittura monopolistica, con conseguente nocumento per le famiglie dolenti.

Inoltre, se si considera il database degli iscritti di SOCREM Milano, ci troviamo di fronte a un potenziale “portafoglio clienti” di oltre 11.000 cittadini, molti dei quali acquisiti tramite le imprese funebri fino ad oggi convenzionate con SOCREM e da questa autorizzate a

raccogliere le adesioni. Un numero enorme di per sé, in conseguenza del quale non si può non notare come nessun privato può pensare di iniziare a fare impresa in Italia con un vantaggio competitivo di questo genere: sulla scorta di tali presupposti, non vi sono e non vi possono essere condizioni paritarie. Non si vuole arrivare a paventare un travaso di dati dall’Ente morale alla S.R.L., cosa che sarebbe ovviamente illecita dal punto di vista della privacy e della libera concorrenza; si vuole piuttosto sottolineare che il contatto tra famiglie dolenti e impresa potrebbe essere oltremodo coltivato e partire da lontano. Rimane, inoltre, sconcertante che SOCREM di Milano possa solo pensare di attivare un’impresa destinata a fare concorrenza proprio a quelle attività, le imprese funebri, che, fino a ieri, hanno sostenuto e favorito la crescita della medesima Associazione.

Senza voler trascendere in considerazioni di più ampio respiro, le scriventi Federazioni non possono non stigmatizzare nel merito la disponibilità di quegli operatori che già in passato si sono resi disponibili a fornire, attraverso contratti di appalto, i requisiti strutturali minimi a pubbliche assistenze, misericordie e cooperative socio-assistenziali, e che parimenti oggi intendono fornirli a una società cremazionista. Difatti, senza l’avallo contrattuale a favore di queste realtà potenzialmente foriere di ingenerare una pluralità di turbative sarebbe loro preclusa l’intrapresa economica nel settore funebre.

Con questo sconfinamento di campo si apre inevitabilmente un conflitto oggettivo tra SOCREM ed operatori funebri, con tutte le conseguenze che simile contrapposizione potrà determinare su molteplici aspetti.

Per queste ragioni, Federcofit e Feniof esprimono la più ferma condanna e mettono a disposizione degli imprenditori funerari ogni possibile sostegno per attivare azioni in grado di tutelare il comparto funerario, largamente inteso. Le scriventi confidano, infine, che anche gli organi nazionali della Federazione Italiana per la Cremazione concordino con queste nostre preoccupazioni e ci sostengano, anche al fine di perpetuare la fruttifera sinergia che da sempre ha visto procedere fianco a fianco, ma ciascuno sul proprio sentiero, imprenditoria funebre e movimento cremazionista.

Milano-Bologna, 17/10/2023

 

Piero Chiappano, Segretario Nazionale Federcofit

Alessandro Bosi, Segretario Nazionale FENIOF