Roma: verso la soluzione di una vexata quaestio: la corresponsione del “diritto fisso”

Da lungo tempo si discute, a Roma, e non solo a Roma, sul diritto dei comuni a percepire specifiche somme di danaro per poter effettuare singoli trasporti funebri, come disposto dal vecchio Regolamento nazionale di Polizia Mortuaria, il vecchio DPR 285/90, nonostante il pronunciamento della Suprema Corte, nel 2005, che ne escludeva la legittimità perché incostituzionale.

Nonostante le reiterate richieste, formulate anche da Federcofit fin dalla Gestione Borghini di AMA Spa, a Roma si è continuato nella pretesa della riscossione di tale balzello (quasi € 150,00 a funerale) gravato evidentemente sulle famiglie.

In questi ultimi mesi la situazione si sta evolvendo in termini di chiarezza e trasparenza del diritto grazie a un giudizio promosso da un Operatore del settore.

Dopo che un procedimento giudiziario, ancora non concluso perché manca il terzo grado di giudizio, sta confermando la tesi della inapplicabilità del “diritto fisso” di cui al suddetto DPR, è di queste settimane il pronunciamento del giudice relativamente ad altro procedimento inerente la riscossione o no di specifiche cifre relative al sommarsi dei numerosi “diritti fissi” non corrisposti e pretesi da AMA Spa e, si noti bene, anche relativo alla restituzione delle cifre corrisposte relative al medesimo “diritto fisso”.

Il Tribunale ordinario di Roma, Sezione Ottava civile sentenzia:

diritto fisso tribunale di Roma

La vicenda processuale non si deve considerare conclusa perché, quasi sicuramente, assisteremo al perdurare del contenzioso con altri gradi di giudizio, il risultato finale appare, però, abbastanza chiaro verso il superamento del “diritto fisso” sui trasporti funebri e la conseguente necessità da parte del Comune di Roma di rivedere tutta la questione e modificare le attuali procedure adottate dal Comune e da AMA Spa.

Il merito di questo procedimento giuridico è indubbio e chapeau a chi l’ha promosso. Dopo queste sentenze si tratta, però, da parte delle organizzazioni del settore, e in primis di Federcofit, di perseguire ogni sforzo con ogni strumento possibile per generalizzare queste conclusioni in tutti i comuni interessati (e sono tanti sia nel Lazio, sia in tutte le altre regioni italiane) per accrescere quella trasparenza che non deve essere richiesta solo agli operatori funebri ma anche alla Istituzioni che tanta parte hanno negli adempimenti inerenti la gestione dei decessi.

CARONTE