L’estate della ripartenza

Giugno 2021: tutti trasmettono immagini di un’Italia pimpante che pregusta, e gusta, il sapore delle “rinascita”: mare, monti, giardini, piscine, … affollati di persone soddisfatte per la fine di un incubo da troppo tempo subito e sopportato.

L’Italia, e non solo, sembra liberarsi e fremere per ripartire cercando di lasciare alle spalle oltre un anno di sofferenza e di timori per una pandemia tanto inattesa, quanto rivelatrice delle debolezze del sistema.

Tanti sono i segnali che si possono captare, anche nel nostro settore, di questo stato d’animo e di queste attese.

Certo andiamo con il ricordo alle tribolazioni per l’assenza delle mascherine, che tutti promettevano ma che erano introvabili per gli operatori funebri, nonostante il rischio infettivo incombente, alle vicende relative alla vaccinazione dei soggetti, anche operatori funebri, che intervenivano di persona nelle camere mortuarie delle strutture sanitarie, fino alla gentile risposta di un maggiore (od altro grado militare) della segreteria del Generale Figliolo che ha gentilmente risposto, telefonicamente,  ad una nostra formale richiesta, senza, però, (nel più perfetto stile italico) dare una risposta scritta da poter far valere presso le istituzioni sanitarie, e tanti altri ricordi sicuramente non piacevoli.

L’attuale giugno ha cancellato tutto? Certamente no, ma l’aria che si respira è sicuramente diversa: l’ansia lascia il posto alla voglia di riprendere e questo è il dato che conta. Frutto anche della campagna di vaccinazione, che, al di là delle legittime lamentele e segnalazioni di disfunzioni, sta procedendo con numeri sempre più importanti verso quella immunità di gregge che tutti desiderano.

Lo vediamo, nel nostro mondo, con la frenesia che sta accompagnando la prossima manifestazione di TANEXPO e con tante altre segnalazioni.

Dobbiamo, quindi, guardare al futuro con l’ottimismo della ragione.

Certo in questo ottimismo due sottolineature sono assolutamente necessarie.

Prima di tutto la legge nazionale: siamo al terzo anno della Legislatura, alla Camera è presente una Proposta di legge frutto di una sintesi di tre Disegni di Legge, ad oggi la Commissione competente, dopo la presentazione di numerosi emendamenti, è alla discussione dell’art. 3. Di questo passo la legge potrà essere approvata tra chissà quanti anni.

Signori parlamentari è dal 2001, allora Ministro della salute il Prof. Sirchia, che il settore attende una Legge di Riforma per il comparto funerario; dopo 20 anni di gestazione vogliamo sperare che si faccia qualcosa per questo settore bistrattato nonostante i sacrifici fatti anche in questa pandemia …, se vogliamo riavvicinare la politica ai bisogni effettivi dei cittadini.

La seconda questione che si pone è una legge per la Regione Lazio. Presidente Zingaretti ed onorevoli consiglieri del Lazio avete ben presente il caos dei cimiteri romani con le polemiche degli ultimi mesi; una parte di responsabilità deve essere ricondotta anche alla Regione Lazio, unica nel panorama delle Regioni italiane a non aver varato una legge sulla materia mantenendo il settore nelle pastoie e complicazioni del vecchio Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria del 1990. Perché, Presidente Zingaretti, le famiglie romane e laziali debbono rinunciare ai diritti, garantiti in tutte le regioni italiane, di curare secondo i propri desiderata i cari defunti? Perché gli operatori funebri laziali, a differenza dei propri colleghi italiani, debbono rinunciare al proprio rinnovamento ed agli investimenti conseguenti per servire meglio le famiglie colpite da un lutto? Pesante è la responsabilità che la Regione si sta assumendo, durante queste ultime legislature e nonostante le tante promesse, nel bloccare ogni processo evolutivo del settore ed ogni passo verso la necessaria trasparenza. Abbiamo fatto di tutto: sollecitato, fornito concrete e dettagliate ipotesi normative alla Presidenza della Regione ed a singoli consiglieri, indicato percorsi fatti in tante altre Regioni senza alcun risultato.

L’ultima speranza, dopo che la pandemia allenta la sua presa, è che si faccia qualcosa, finalmente, nell’interesse delle famiglie e dell’economia laziale.

Il Presidente Cristian Vergani