Cimitero Flaminio: intervista su ADN Kronos

Coronavirus, crematori ingolfati, bare all’aperto e loculi carenti: l’allarme delle agenzie funebri

Loculi carenti, manufatti fatiscenti, camere mortuarie piene, forni ovunque sotto stress con tempi di cremazione biblici e file di cadaveri accantonati nelle bare all’aperto al romano cimitero Flaminio: è Giovanni Caciolli, segretario nazionale di Federcofit, Federazione del comparto funerario italiano, a descrivere un sistema in forte difficoltà per ragioni storiche, dato che i cimiteri sono stati trattati negli ultimi 15 anni come luoghi su cui risparmiare a partire dal personale, che scarseggia. Tra le conseguenze, il riempimento delle sale mortuarie di cadaveri in attesa di funerale perché non si può concludere un servizio funebre oltre un certo orario“.

Il forno non è uno strumento elastico. Dunque, su un numero attuale di circa 700 decessi in più al giorno rispetto alla media degli altri anni nel territorio nazionale, l’attività dei forni è certamente sotto stress. Ancora fortunatamente non ci sono criticità, a parte il caso di Roma. Ma la situazione -avverte- ovunque va tenuta sotto controllo“.

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