Disastro Roma: Federcofit scrive alla Sindaca Raggi

Alla Sindaca di Roma
Al Presidente della Giunta Regionale
Al Presidente di AMA Spa
p.c. Capi gruppo consiliari del Comune di Roma
Capi gruppo consiliari del Consiglio Regionale
Milano, 30 ottobre 2020
Prot. 161/20

 

Ill.ma Sindaca ed ill.mi Presidenti,
dalla comunicazione e disposizione di AMA Spa del 29 ottobre u.s. in relazione alle nuove procedure per accedere alla cremazione a Roma emerge che già oggi, con un aumento modesto di decessi causato dalla pandemia Covid-19 siamo di fronte ad una situazione tragica.

Ancora una volta, e nonostante la disponibilità alla collaborazione dichiarata da parte delle più importanti Associazioni di categoria, siamo di fronte alla totale incapacità ad affrontare la situazione funeraria della città e alla pura incoscienza.

Viene comunicato agli operatori funebri che, causa la saturazione dei depositi di salme presso la Camera mortuaria del Flaminio, per i defunti destinati alla cremazione si dovrà procedere al loro deposito al Verano per poi andare a riprenderli il giorno prima della cremazione per trasferirli all’impianto di cremazione presso il Flaminio. Così, poveri defunti, facciamo prendere loro un po’ d’aria prima di ridurli in cenere.

Passi che, ancora una volta e con il cinismo proprio dell’indifferenza, si scarica sugli operatori e sulle famiglie romane che dovranno sopportare i costi di queste pubbliche incapacità, si procede a sviluppare bombe ecologiche che possono esplodere in ogni momento.

Alle centinaia di salme che stazionano, senza idonee protezioni perché i feretri destinati alla cremazione non hanno la cassa di zinco saldata ed isolante, se ne aggiungeranno altre centinaia depositate al Verano, soggette ai processi di decomposizione con diffusione di liquidi cadaverici … fonte di rischi infettivi ovvii: evidentemente non basta il coronavirus …, aggiungere antri rischi rende la vita più adrenalinica …

Nel frattempo si prosegue con disposizioni vessatorie per coloro che non accettano questo stato di cose e si rivolgono altrove per cremare i propri cari: vuoi rivolgerti ad un crematorio diverso da quello del Flaminio…, paga qualche centinaia di Euro di sovrattassa così impari…

Gli scandali che si sono succeduti non hanno insegnato nulla: protervia, presunzione fino al sadismo regnano ancora sovrani.

Roma è in una situazione di emergenza, e non solo emergenza operativa anche per carenza di addetti, si tratta di una emergenza sanitaria gravissima. Non si può stare a baloccarsi con provvedimenti tampone che aggravano questa emergenza. Si deve, prima di tutto, liberare i depositi di salme in attesa della cremazione che si decompongono e sono fonte di gravi rischi sanitari ricorrendo ai vari impianti di cremazione presenti e disponibili nella regione e nel paese. Non è la prima volta che si verificano questi problemi nel nostro bel paese; quando necessario i comuni interessati hanno provveduto a queste soluzioni. Si tolga subito il balzello aggiuntivo sulle cremazioni in impianti fuori dal comune di Roma per riportare la situazione ad una sua regolarità.

Signora Sindaca, signori Presidenti la funeraria romana è stata trasformata in una palude sempre più melmosa dove può succedere di tutto senza che nessuno si muova, come dimostrano gli ultimi anni, nonostante le paginate sui giornali.

È inutile lamentarsi della sfiducia dei cittadini contro la “politica” quando le famiglie che hanno avuto un decesso sono trattate in questo modo: vedere i feretri dei propri cari ammassati in un deposito uno sull’altro nella burocratica indifferenza di chi gestisce la cosa pubblica.

Dovete dare un segnale forte per dimostrare che siete attenti anche a questi problemi.

Siamo ormai a livelli di guardia. Lo abbiamo detto più volte sollecitando provvedimenti e normative. Non siamo disponibili a vedere la funeraria affossata definitivamente senza fare sentire la nostra protesta.

Se da subito non si darà un segnale chiaro e forte la piazza romana vedrà anche la nostra categoria.

In attesa di vedere questi segnali cordialissimi saluti