Cimiteri d’Italia: Torino

Continuiamo il nostro viaggio, visitando la capitale Sabauda e i suoi cimiteri.

Cimitero Monumentale

Il cimitero monumentale, il cui ingresso è mostrato nell’nell’immagine di copertina, – precedentemente conosciuto come cimitero generale – è il più grande cimitero della città di Torino, tra i primi in Italia per numero di defunti (oltre 400.000). Situato nel sotto-quartiere Vanchiglietta  è posto a ridosso del parco Colletta, poco a monte della confluenza del fiume Dora Riparia nel Po.

La parte antica del cimitero si sviluppa a partire dall’ingresso principale di corso Novara ed è di forma ottagonale. Essa contiene numerose tombe storiche e 12 km di porticati, arricchiti da sculture di pregio artistico, da cui il nome di “cimitero monumentale”. Nel corso degli anni vi sono stati successivi ampliamenti del corpo storico centrale in direzione del parco Colletta. Al cimitero è annesso un tempio crematorio edificato nel 1882, il secondo in Italia dopo quello di Milano (1876).

La costruzione del cimitero monumentale fu deliberata nel 1827 dal Consiglio dei Decurioni, antenato del moderno consiglio comunale, in sostituzione del piccolo e vetusto cimitero di San Pietro in Vincoli. La proposta e il finanziamento dell’opera avvennero su impulso del filantropo Marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo, che nel 1828, con la donazione di 300 mila lire piemontesi, ne permise l’acquisto del terreno e l’edificazione del primo nucleo. La prima pietra fu posata dall’allora sindaco di Torino Luigi Francesetti di Mezzenile. Il problema più rilevante da affrontare, fu l’infiltrazione d’acqua della vicina Dora Riparia, questione che fu risolta deviando il corso del fiume, e rettificandone il tracciato meandriforme, con progetto del 1889  realizzato solo nel 1930.
In data 27 ottobre 2015 il comune di Torino ha intitolato il piazzale di entrata al cimitero proprio a Carlo Tancredi Falletti di Barolo per ricordare il decisivo contributo dato alla costruzione dello stesso.

Cimitero di San Pietro in Vincoli

Il cimitero di San Pietro in Vincoli, oramai dismesso, sorge in Torino nell’omonima via del quartiere Aurora. È stato il primo cimitero della città sabauda edificato nel 1777 fuori dalle mura cittadine su progetto dell’architetto Francesco Valeriano Dellala di Beinasco.

Nel 1777, con il decreto del 25 novembre che vietava per motivi igienici la pratica delle inumazioni presso le chiese, il re Vittorio Amedeo III, dispose la costruzione di appositi cimiteri per la sepoltura dei defunti. Fu così che si diede avvio alla costruzione di un’opera che rappresentava il primo cimitero costruito fuori dalla cinta muraria cittadina.

Il nuovo cimitero era però di piccole dimensioni, risultando in pochi anni sovraffollato oltre che carente dal punto di vista sanitario poiché d’estate i cadaveri, essendo seppelliti in modo caotico e approssimativo, emanavano un fetore intollerabile per gli abitanti delle zone vicine. Con la costruzione del cimitero monumentale a partire dal 1829 il cimitero di San Pietro in Vincoli cadde in uno stato di disuso e pochi anni dopo fu chiuso al pubblico e adibito alla sola inumazione dei giustiziati (a parte quelle nelle cappelle private).

Nel 1852, a seguito dello scoppio della polveriera del vicino arsenale militare, il cimitero subì gravi danni e nel 1854 venne decisa la sua abolizione anche come cimitero dei giustiziati. Le sepolture nelle cappelle private ebbero luogo ancora sino al 1882.

Per lungo tempo oggetto di vandalismo, profanazioni e teatro di messe nere, nel 1988 venne radicalmente ristrutturato. Gran parte dei resti dei cadaveri (tranne le cripte del prato centrale che sono state sigillate) sono stati trasferiti al cimitero monumentale. Attualmente l’area del cimitero è adibita a luogo di eventi culturali e spettacoli teatrali.

Il cimitero si presenta con una tipologia a corte e porticato coperto su 3 lati. Sulla facciata, in stile neoclassico, compaiono 2 ordini di lesene: la prima presenta capitelli con ghirlande mentre l’altra raffigura teschi alati; sul timpano del pronao è rappresentato l’angelo della morte. Lo spazio centrale è adibito ad ossario, circondato da 44 pozzi adibiti a sepoltura comune per le salme dei non abbienti mentre sotto i portici (quindi al coperto) ci sono 72 tombe private, distribuite tra lapidi e busti, dove venivano seppelliti i nobili (famiglie Saluzzo di Paesana, Alfieri di Sostegno, Vernazza).

Attorno al cimitero venne riservata un’area per i non battezzati ed i morti suicidi ed un’altra per gli impiccati e gli esecutori di giustizia.

All’ingresso del cimitero compariva una piccola cappella funeraria al cui interno vi era una statua di stile neoclassico denominata La morte velata, in pratica una figura di donna con volto coperto da un velo che le conferiva l’aspetto di un fantasma con sembianze femminili. Tale statua fu realizzata nel 1794 dallo scultore Innocenzo Spinazzi in commemorazione della prematura morte (1792) della principessa russa ventottenne Varvara Belosel’skij, moglie di Aleksandr Michajlovič Belosel’skij-Belozerskij, ambasciatore russo presso la corte sabauda. Nel 1975 tuttavia la statua è stata rimossa, per motivi di cattiva conservazione, ed è custodita all’interno della Mole Antonelliana.

Denominazione popolare

I torinesi affibbiarono al cimitero la denominazione San Pé dij còj (in lingua italiana: “San Pietro dei cavoli”), a causa dell’assonanza con còj della piemontesizzazione della parola “Vincoli” che diveniva Vincòj.

CIMITERO PARCO

Dopo quello monumentale, il più grande luogo di sepoltura di Torino è il Cimitero Parco, al fondo di corso Orbassano. Inaugurato nel 1972, si ispira ai modelli nordici immersi nel verde e minimalisti. Il terreno pianeggiante fu reso ondulato attraverso la creazione di collinette artificiali che nascondono i complessi di tumulazione. All’interno dei due cimiteri maggiori vi sono anche aree di sepoltura riservate alla comunità ebraica (Monumentale), evangelica (Monumentale e Parco) ed islamica (Parco), a ordini religiosi e corpi militari.

CIMITERI SASSI, CAVORETTO E ABBADIA DI STURA

I cimiteri di SassiCavoretto e Abbadia di Stura sono insediamenti a servizio delle zone urbane situate oltre i fiumi Po, Dora e Stura. Mirafiori è invece una piccola area cimiteriale, ultima testimonianza della ventina di cimiteri scomparsi a Torino tra fine Ottocento e inizio Novecento.