Cimiteri d’Italia: Bologna

Alla scoperta delle tradizioni cimiteriali italiane, raggiungiamo questa volta Bologna.

Cimitero monumentale della Certosa di Bologna

Il cimitero monumentale della Certosa di Bologna (nell’immagine di copertina si vede l’ingresso di via della Certosa) si trova appena fuori dal cerchio delle mura della città, vicino allo stadio Renato Dall’Ara, ai piedi del colle della Guardia dove si trova il santuario della Madonna di San Luca.
Il cimitero storico monumentale Certosa di Bologna è uno dei cimiteri più antichi d’Europa,  un monumento d’importanza mondiale, un luogo unico per la scultura e l’architettura del XIX e del XX secolo.
Le origini dalla vecchia Certosa

La scoperta tra il 1869 e il 1871 del sepolcreto etrusco nella Certosa, durante gli scavi di ampliamento del cimitero,  ha dato avvio ad una serie fortunata di scavi archeologici, diretti dall’archeologo bolognese Antonio Zannoni, grazie ai quali è stata chiarita la ricostruzione storica e topografica della città. I materiali databili tra la metà del VI e IV secolo a.C. provenienti dai sepolcreti, si trovano ora nella sezione etrusca del Museo Civico Archeologico. Si tratta di ritrovamenti funerari tratti da 420 tombe.

Come nasce il cimitero. Nel 1800, la Commissione di Sanità del Dipartimento del Reno, decise di destinare ad area cimiteriale l’ex Certosa di S. Girolamo. La Certosa possedeva tutti i requisiti richiesti: era posta fuori dall’abitato, in una posizione ideale dal punto di vista della rete idraulica e della libera circolazione dell’aria.

Quindi un cimitero “fuori dalle mura” cittadine come affermava la nuova sensibilità igienico-sanitaria del periodo, anticipando di qualche anno il famoso Editto di Saint Cloud emesso da Napoleone.

 

La Sala del Colombario
La Sala del Colombario

Si apre ufficialmente nel 1801 mentre nel 1802 l’architetto Ercole Gasparini concepisce il nuovo ingresso monumentale con ampi piloni coronati da statue. Nel 1811 Gasparini progetta un portico che colleghi il cimitero al Santuario di S. Luca.
I primi spazi che vengono utilizzati come cimitero sono il Chiostro Terzo, il Chiostro d’Ingresso, la Sala della Pietà e quella delle Tombe. Dalla Sala delle Tombe, antico luogo di ricreazione dei monaci, si passa alla Loggia delle Tombe e da qui si procede attraverso l’Aula Gemina. La Sala delle Catacombe (1827) conduce alla Galleria a tre navate che termina col Colombario. Al centro dei vani spiccano alcuni dei più celebri monumenti di tutto il cimitero (Pepoli-Murat e Angelelli).

Il più recente Campo degli Ospedali raccoglie monumenti di età liberty lungo il muro di cinta, al centro è collocato il grande ossario dedicato ai caduti partigiani, concepito dall’architetto Piero Bottoni. Annessi al cimitero sono lo spazio destinato agli Acattolici, il cimitero ebraico, un’area crematoria e un cinerario.

Opere all’interno

Nella chiesa sono da segnalare il trittico della Passione di Cristo, opera di Bartolomeo Cesi (1556-1629) e il coro ligneo intarsiato ripristinato da Biagio De’ Marchi nel 1538 dopo l’incendio provocato dai Lanzichenecchi di Carlo V. In evidenza sono i dipinti dedicati ad episodi della vita di Cristo, delle dimensioni di circa 450×350 cm, i quali furono commissionati nella metà del Seicento ai due Sirani, Giovan Andrea e la figlia Elisabetta, a Francesco Gessi, Giovanni Maria Galli da Bibbiena, Lorenzo Pasinelli, Domenico Maria Canuti e al napoletano Nunzio Rossi. Altre opere di Antonio e Bartolomeo Vivarini, Ludovico e Agostino Carracci, oltre che del Guercino, furono trasferite in epoca napoleonica alla Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Opere scultoree

All’interno del cimitero si può ammirare un vastissimo repertorio di opere scultoree.

Di particolare rilievo il Monumento Ossario ai caduti partigiani, opera dell’architetto Piero Bottoni.