Le tradizioni cimiteriali milanesi: il cimitero “Maggiore”

Oggi parliamo del cimitero di Musocco, ultima tappa sui cimiteri milanesi

Ingresso di Musocco visto dall'interno
Ingresso di Musocco visto dall’interno

 

Il Cimitero Maggiore di Milano, detto il Maggiore, e noto anche come Cimitero di Musocco o semplicemente Musocco, è il più grande cimitero della città.

Ingresso del cimitero (sempre dall'interno)
Ingresso del cimitero (sempre dall’interno)

Negli anni ’80 del XIX secolo, non potendosi più tollerare per ragioni igienico-sanitarie la continua attività dei piccoli cimiteri ormai saturi ed inglobati dai nuovi quartieri, posti in zone una volta periferiche ma ora completamente urbanizzatesi, si decise di edificare un unico grande cimitero in una zona lontana dal fulcro cittadino; venne scelta una zona dalle parti della Certosa di Garegnano, nel comune di Musocco, un terreno al di sopra delle falde acquifere, asciutto, nient’affatto paludoso e idoneo all’assimilazione delle decomposizioni organiche.

Anche se a Milano da ormai 20 anni era in funzione il Cimitero Monumentale, la decisione di realizzare un secondo grande cimitero fu presa perché il solo Monumentale non sarebbe stato sufficiente ad ospitare i corpi di una città in forte espansione territoriale e demografica.

Così, nel 1886, si iniziò a costruire il Maggiore, su progetto affidato agli ingegneri Luigi Mazzocchi ed Enrico Brotti.

Il cimitero iniziò la sua attività il 23 ottobre del 1895, per essere inaugurato con benedizione del Cardinal Andrea Carlo Ferrari il 26 dicembre dello stesso anno.

L’apertura del Cimitero Maggiore coincise più o meno con la chiusura e la demolizione di buona parte dei vecchi cimiteri del comune di Milano (in origine posti all’uscita delle porte cittadine) e dai quali vennero traslati i cadaveri al fine di seppellirli in definitiva per l’appunto a Musocco:

il Cimitero di San Rocco al Vigentino (già chiuso e abbandonato fin dal 1826),

il Cimitero di Porta Garibaldi, la “Mojazza” (chiusura: 22 ottobre 1895);

il Cimitero di Porta Ticinese, il “Gentilino” (chiusura 22 ottobre 1895);

il Cimitero di Porta Magenta, già “Fopponino di Porta Vercellina”, poi “Foppone di San Giovannino alla Paglia” (chiusura 30 novembre 1895);

il Cimitero di Porta Vittoria, o “di Porta Tosa” (chiusura 30 giugno 1896).

Dallo stesso giorno di apertura del Cimitero Maggiore, per agevolare il trasporto allo stesso nuovissimo cimitero ma anche al Monumentale sia dei morti recenti e dei loro cortei funebri, sia dei resti mortali provenienti dai cimiteri dismessi, il Comune, in collaborazione con la Edison, istituì un apposito percorso tranviario con nere vetture costruite ad hoc, le cui stazioni di partenza si trovavano la prima in via Bramante, la seconda (del 1906) accanto a Porta Romana. I milanesi chiamavano ironicamente questo tram, che sarà attivo fino al 1925, “La Gioconda”.

I 23 dicembre 1923, in seguito a Regio Decreto, il comune di Musocco venne soppresso ed inglobato nel comune di Milano; il Cimitero Maggiore diviene a tutti gli effetti parte di Milano.

Negli anni ’20 e ’30, durante il ventennio fascista, con due interventi, il primo del 1924, il secondo del 1934, il Cimitero Maggiore è stato gradualmente ingrandito. La sua espansione si completò nel dopoguerra, quando oltre la parte posteriore, al di là dei cancelli e oltre una carreggiata da attraversare, venne costruito il Cimitero Ebraico.

La superficie complessiva del cimitero, originariamente di circa 400.000 m2, con gli ampliamenti è cresciuta fino a 678.624 m2, di cui circa 80.000 a giardino.

Da ottobre 2002 sono in funzione, in prossimità dell’ingresso frontale e degli ingressi laterali, alcune colonnine che forniscono informazioni sui luoghi di sepoltura o tumulazione[2][14].

All’interno del Cimitero Maggiore è presente un servizio di navetta lungo il vialone centrale, la linea 171 dell’ATM.

Pianta del cimitero

pianta del Cimitero Maggiore
pianta del Cimitero Maggiore

Fin da principio è chiara la differenza rispetto al Monumentale; quest’ultimo è soprattutto sede di memoria duratura e di tombe, appunto, monumentali, mentre il Maggiore si presenta come un cimitero classico, principalmente con singole sepolture a terra in campi dalla concessione della durata di almeno 10 anni e non rinnovabili (i cosiddetti “Campi decennali).

Vi sono inoltre riparti con tumulazioni in colombari. Inoltre nel cimitero si trovano due ossari centrali, a loro volta suddivisi in riparti: il primo è stato costruito nel 1933, mentre il secondo, di epoca successiva, contiene un riparto dedicato alla tumulazione perpetua in loculi dei resti esumati delle “vittime civili da incursioni aeree”.

Al Cimitero Maggiore sono presenti anche dei campi destinati a tombe permanenti, generalmente di famiglia.

Il totale dei defunti che il cimitero ospita attualmente va ben oltre il mezzo milione.

Come vuole la tradizione cattolica, il luogo delle sepolture è anche un luogo monumentale e ricco d’arte. Le tombe e le cappelle sono da sempre piccoli templi alla memoria, specie se appartenenti alla ricca borghesia. Abbiamo fatto un giro per vedere le condizioni del più grande cimitero cittadino, quello Maggiore o di Musocco.

 

Musocco arrivo del tram funebre detto la Gioconda 1915-20
Musocco arrivo del tram funebre detto la Gioconda 1915-20
Cimitero Musocco in foto commemorativa del 1894, pre-inagurazione, manca ancora la torre centrale 2

Cimitero Musocco in foto commemorativa del 1894, pre-inagurazione, manca ancora la torre centrale 2
Le palazzine appena ultimate 1894
Le palazzine appena ultimate 1894
Le palazzine appena ultimate 1894
Le palazzine appena ultimate 1894

 

il Cimitero di Musocco in una cartolina anni '20
il Cimitero di Musocco in una cartolina anni ’20

 

Il disegno del progetto per la facciata 1886
Il disegno del progetto per la facciata 1886
Cimitero Monumentale – Stazione dei tram per Musocco 1895-1905 La Gioconda
Cimitero Monumentale – Stazione dei tram per Musocco 1895-1905 La Gioconda

 

tomba di Evita Perón
tomba di Evita Perón

Tra le altre curiosità vi fu anche la storia del corpo di Maria Eva Duarte de Perón “Evita” (1919-1952), modella, attrice, attivista, sindacalista, politica e filantropa argentina, moglie del presidente Juan Domingo Perón.

tomba di Evita Perón
tomba di Evita Perón

La sua tomba si trova ancora oggi, senza più il corpo, al Campo 86 nella tomba 41. Qui venne sepolta dopo che al suo decesso venne dapprima imbalsamata e poi fatta oggetto di esposizione e culto, senza mai essere tumulata. Una volta saliti al governo i presidenti argentini la salma venne nascosta ma anche profanata, tanto da far decidere le autorità di esiliare anche l’ingombrante corpo di Evita.

Così la salma, accompagnata da falsi documenti riportanti il nome fittizio di Maria Maggi vedova de Magistris, complice soltanto la Chiesa Cattolica (con interessamento diretto di Papa Pio XII) e senza che nessuna autorità italiana fosse a conoscenza della vera identità, venne portato in Italia sul transatlantico Conte Biancamano, sbarcò a Genova e venne inviato al Cimitero Maggiore di Milano, e sepolto il 13 maggio 1957.

L’area attorno alla tomba di Evita in fase di sistemazione
L’area attorno alla tomba di Evita in fase di sistemazione

Ma nel settembre 1971, il corpo di Evita venne restituito, dapprima a Juan Domingo Perón, che lo conservò fino al 1974 in Spagna, dove si trovava in esilio e che in seguito lo trasportò in Argentina, dopo varie vicissitudini e reclami da parte del suo popolo. Evita venne infine tumulata nell’edicola della famiglia Duarte, nel Cementerio de la Recoleta, a cura delle sorelle. Nel 26 luglio 2005 la Fundación Por La Paz y La Amistad de Los Pueblos, costituita con il lascito ereditario di Perón, pose una tomba-cenotafio vicino a quello che fu il luogo di sepoltura.

 

vista aerea del cimitero Maggiore di Milano
vista aerea del cimitero Maggiore di Milano