Nuova legge Lombardia: dichiarazione di Federcofit ed EFI

Il 23 Gennaio, abbiamo assistito di persona, alla riunione pomeridiana della Commissione Sanità al Pirellone per la definizione del testo che arriverà in Consiglio della Regione Lombardia il 19 Febbraio prossimo.

Da quanto abbiamo sentito e da come il testo sia stato modificato da più di 70 emendamenti, possiamo sinceramente affermare di ritenerci seriamente preoccupati.

Allo stato attuale non abbiamo in possesso alcun articolato ufficiale, però sull’iniziale testo DG Welfare sono stati apportati cambiamenti in direzioni nettamente NEGATIVE che mal ci fanno presagire per il futuro dell’imprenditoria funebre privata lombarda.

Analizziamole nel merito.

Il testo definisce che per fare impresa funebre in Lombardia non sarà più necessario, come invece accade ora, soddisfare alcun criterio per l’assunzione degli uomini in quanto il personale necroforo potrà essere regolarizzato con un semplice contratto a chiamata. Viene utilizzata la dizione “regolare rapporto di lavoro” quindi, questa definizione legittima di fatto i contratti a chiamata come sufficiente requisito per poter assumere il proprio personale ed eventualmente poter presentare una SCIA a fronte di una nuova attività.

Da questa lettura interpretiamo un inevitabile declino verso il precariato, e il lavoro nero “mascherato”nonché un proliferarsi di nuove richieste di apertura.

Inoltre, il testo vuole definire la funzione dei centri servizio battezzandoli alla luce del sole definendoli imprese funebri ed imponendone i requisiti e consentendo il ricorso ai contratti a chiamata per l’assunzione del personale necroforo.

Di fatto la funzione del centro servizi viene snaturata e resa completamente inutile visto che la possibilità del ricorso al personale a chiamata illimitato da parte dell’impresa funebre sua cliente rende completamente inutile la sua esistenza.

Inoltre il combinato disposto di queste norme porterà ad una seria perdita dei posti di lavoro dovuto al licenziamento di tutti coloro che ad oggi sono regolarmente assunti sia nelle attività funebri che nei centri servizio.

Viene legittimato, come espressamente scritto in un altro punto, il ricorso alla possibilità di avere soltanto il personale necroforo fornito da un centro servizi. Questa ulteriore condizione ha un forte sapore di illegalità sotto il profilo dell’intermediazione di manodopera o del crearsi di possibili posizioni di caporalato.

Continuando, è stata di fatto aperta la gestione delle case funerarie a soggetti sia pubblici che privati. Situazione che di fatto destabilizzerà totalmente il mercato vedendo l’affermazione di centinaia di situazioni di monopolio da parte di gestori pubblici. Il reale paradosso sarà che il tuo futuro concorrente oltre a poter avvicinare le famiglie con comunicazioni di natura istituzionale, sarà anche lo stesso soggetto autorizzato alla verifica e al controllo della correttezza del tuo operato.

Continuiamo segnalando che nelle definizioni è stata riportata la dicitura “sala del commiato” autorizzando la presenza del feretro ai fini cerimoniali, sia all’interno dei cimiteri che nei crematori. Il feretro, viene espressamente definito come unione di bara e cadavere e quindi non viene considerato come cassa chiusa. Ergo, all’interno dei cimiteri e crematori potranno arrivare feretri aperti nell’arco delle 24 ore dal decesso e dopo l’accertamento di morte.

Nascono di fatto le aberranti “mini case funerarie” di serie B senza requisiti e senza alcun tipo di controllo se non un banale parere positivo alla permanenza di persone alla stessa stregua di un box auto. L’assurda gestione diretta potrà avvenire all’interno del cimitero e del crematorio.

Terminiamo evidenziando la totale assenza delle incompatibilità tra imprese funebri e gestioni cimiteriali, sanitarie, parasanitarie e socio assistenziali. Evidentemente Regione Lombardia non ritiene importante le cicliche problematiche di racket e le pericolose commistioni avvenute in tutta Italia.

Ci hanno dato filo da torcere e ci daranno altro lavoro da fare, richiederemo pertanto a gran voce un tavolo di discussione prima della votazione del 19 Febbraio. Non dovrà essere messa in atto una legge originata dalla colpevole disattenzione di chi si professa profondo conoscitore della nostra materia senza avere una minima cognizione di causa.

Riccardo Salvalaggio Segretario Nazionale Federcofit

Andrea Cerato Vicepresidente Nazionale EFI