Roma: diritti fissi e altre priorità

Diamo notizia di un’importante sentenza della Corte d’Appello di Roma Sezione Quarta Civile, n. 8062/2021 del 02/12/2021. Tale sentenza mette la parola fine all’annosa questione dei “diritti fissi” per i trasporti funebri fuori Comune, sancendone la decadenza.  Gli operatori romani dovrebbero ora porsi nell’ottica di non pagare più la tassa e, qualora intimati e rilevato il non recepimento della sentenza da parte dell’AMA, denunciare il fatto in massa.

Tale sentenza (che ha un noto precedente in una sentenza della Corte di Cassazione del 2005 relativa al Comune di Bari) cade in un momento sicuramente particolare per la vita amministrativa della Capitale, con il cambio ai vertici del Comune e ai vertici dell’Ama. Resta il fatto che coi precedenti amministratori nel 2021 era iniziato un dialogo operoso che aveva l’obiettivo di esaminare e porre rimedio alle gravi disfunzioni (anche di immagine) del settore funerario a Roma. L’avvicendamento della dirigenza ha però interrotto il processo in atto e ci mette nelle condizioni di dover ripartire da zero.

Nulla di male, se si considera la disponibilità dello stesso Sindaco dichiarata al nostro Congresso Nazionale, a mettere mano alle questioni funerarie. Ma non c’è tempo da perdere. Ricordiamo infatti che la categoria delle imprese funebri si trova nella situazione professionale di rappresentare le famiglie dolenti, di interpretarne le istanze, di farsi portavoce della necessità di efficienza, di dover offrire risposte puntuali sui tempi e i modi dei servizi richiesti. Agisce insomma come facilitatrice dei rapporti tra istituzioni e cittadini.

Per questo Federcofit, che ben conosce la situazione romana e di tutto il Lazio (Regione che, si ricorda, ancora non possiede una legge quadro di riferimento), vuole concretizzare gli sforzi, da una parte svolgendo il proprio ruolo di tutela e rappresentanza delle imprese funebri, dall’altra sostenendo e consigliando le istituzioni nei processi di ammodernamento del settore. Si pensi alla digitalizzazione, al crescente interesse per la cremazione, al modo di comunicare i servizi funebri, alla percezione del lutto in epoca di pandemia, alle dinamiche concorrenziali, allo stato dei cimiteri, spesso in sofferenza quanto a manutenzione e ristrutturazioni.

Un altro nodo da sciogliere è il contratto di servizi tra Comune e AMA, che appare datato. Andrebbe profondamente rivisto proprio in ottica di “pensiero snello”, riscrivendo i flussi, i percorsi autorizzativi, l’iter delle pratiche. Bisogna evitare gli stalli, i rimpalli, le ridondanze burocratiche, perché tutto deve scorrere in fretta e senza gravare né economicamente né psicologicamente sulle famiglie.

Federcofit, dunque, offre al Comune e ad Ama la voce delle imprese e attende convocazione per presentarsi ai nuovi amministratori con lo spirito di chi crede che una collaborazione sia possibile, doverosa, ma non per questo onerosa.

 

Piero Chiappano