ROMA camere mortuarie nuovamente alla ribalta degli scandali

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Inaspettatamente, alla fine di Giugno (chissà perché sempre nell’estate…) ASL ROMA1 emette il bando per la gestione delle Camere Mortuarie di due importanti strutture sanitarie: Santo Spirito e San Filippo Neri.
Inaspettate perché dopo i reiterati scandali sul racket dei funerali negli ospedali di cui tutti portano vivo il ricordo e ben rappresentate dalla stampa, dai servizi giornalistici (Report della Gabbanelli …) e dalle interruzioni del servizio ad opera di qualche esagitato del settore, pensavamo di non dover ritornare sopra l’argomento.
Infatti fu presentata una Proposta di Legge firmata dal Presidente Zingaretti, non da un Consigliere qualsiasi (con l’ipotesi della reinternalizzazione dei servizi Camere Mortuarie) e si sono susseguite reiterate promesse in pubbliche assemblee da parte delle massime autorità regionali, a partire dal Presidente del consiglio Regionale, tese ad assicurare il varo della legge regionale con la soluzione dei servizi mortuari ospedalieri entro la legislatura.
Tutto si è sciolto come neve al sole e si riprende la vecchia strada degli appalti con una aggravante tutta romana e laziale: l’ormai famosa Sentenza del Consiglio di Stato che vieta, in assenza di una disposizione di legge, l’esclusione degli operatori funebri dalla partecipazione a queste gare indipendentemente dai pareri reiterati dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in merito alla costituzione di posizioni dominanti da censurare.
La Sentenza è del 2012, 5 anni orsono!! La Sentenza esplicitava in termini sufficientemente chiari che l’esclusione dalla partecipazione agli appalti per la gestione delle Camere Mortuarie ospedaliere da parte delle attività funebri, giustamente richiesta dall’autorità Garante, presuppone una disposizione legislativa e non può essere supportata da “mero atto amministrativo”.
Gli scandali, che con matematica certezza si reitereranno a Roma e nel Lazio sono figli di questa situazione di cui le Istituzioni, a partire dalla Regione, portano la responsabilità.
Sono anni, questa è la seconda legislatura che le Federazioni nazionali del settore chiedono un intervento, cioè una legge, come hanno fatto la stragrande maggioranza delle Regioni Italiane (ne mancano solo 5 all’appello ed una di queste è la Regione Lazio) e tutti, le forze politiche di maggioranza e di minoranza, l’hanno promessa …., senza risultati concreti.
Né vale la scusa che nel settore non c’è accordo: le due Federazioni Nazionali più rappresentative, che siedono dietro questo tavolo, in questa Conferenza Stampa, sono la dimostrazione che la categoria esprime questa coerente e concreta volontà; se si aspetta che tutti tutti tutti siano d’accordo in questo bel paese non si farà mai niente.
La gravità dell’appalto bandito da ASL ROMA1 sta nel fatto che la possibile partecipazione degli operatori funebri determinerà la vittoria certa, per evidenti motivi, di una di queste attività: sono, infatti, le uniche che possono scendere nelle richieste economiche perché potranno rifarsi con una posizione dominante e privilegiata nella “vendita” dei servizi funebri: qualcuno ci guadagnerà ma la categoria sarà di nuovo tacciata, di fronte all’opinione pubblica, come l’artefice dell’odioso racket del caro estinto.
TUTTO QUESTO PERCHE’ IN CINQUE ANNI, DALLA SENTENZA AD OGGI, LE ISTITUZIONI COMPETENTI NON HANNO TROVATO IL TEMPO PER DEFINIRE E VARARE UNA LEGGE ADEGUATA ALLE NECESSITA’ E NONOSTANTE LA PRESENZA DI ANALOGHE LEGGI REGIONALI PRESENTI IN TUTTE LE REGIONI PIU’SIGNIFICATIVE.
Non siamo stati fermi.
Nel luglio scorso abbiamo pubblicato a pagamento una lettera aperta sul giornale di maggiore diffusione a Roma, il MESSAGGERO, per sollecitare la Regione ed il suo Presidente Zingaretti ad assumere provvedimenti idonei ed opportuni alla soluzione di questo problema.
Le due Federazione si sono incontrate, successivamente, giovedì 27 luglio u.s., con il Capo dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente, dott. Baldanza per sottolineare la gravità della situazione ed avanzare anche concrete proposte utili alla sospensione dell’appalto senza la conseguenza di pesanti oneri finanziari per le strutture sanitarie interessate.
Nonostante le assicurazioni di attenzione e valutazione, nonostante la promessa di una risposta entro 10/15 giorni, nessun segnale fino ad oggi.
Intanto i termini per la presentazione delle domande di partecipazione all’appalto sono scaduti e tutto procede speditamente verso l’affidamento del servizio.
Abbiamo sollecitato il dott. Baldanza ricercando reiteratamente la possibilità di un contatto telefonico senza successo e quindi ci troviamo costretti a dare la più precisa informazione possibile al fine di rendere consapevole l’opinione pubblica su come stanno effettivamente le cose.
La organizzazioni più serie, e quelle più rappresentative, non si spendono per fare spettacoli e show più o meno scandalistici, fuori e dentro gli ospedali, hanno, però a cuore la difesa di un’immagine della categoria già molto compromessa…
Cosa chiediamo: prima di tutto una legge od un stralcio che metta fine alla possibilità per gli operatori funebri di gestire servizi adiacenti alle pompe funebri (Camere mortuarie ospedaliere, cimiteri, obitori, trasporti sanitari …) e determini, come propone la Proposta di Legge “Zingaretti”, la reinternalizzazione del servizio mortuario ospedaliero.
Immediatamente chiediamo la sospensione dell’appalto in oggetto ed in sua alternativa altre soluzioni sulle quali il settore è pronto a farsi carico anche dei costi relativi a specifici servizi offerti, come abbiamo già ipotizzato nei vari rapporti con le Autorità istituzionali, ultimo il Capo di Gabinetto del Presidente dott. Baldanza.
COSA FAREMO? Da subito sollecitiamo la categoria, la cui gran parte opera con correttezza, a vigilare: si tratta di una mobilitazione capace di attivare un controllo costante sulla evoluzione di questi affidamenti per rendere edotta la pubblica opinione.
Si tratterà, inoltre, di mettere in atto tutte le azioni sia giuridico-formali sia di altra natura, proprie di ogni categoria, per impedire il deterioramento della situazione che interessa il settore contro affidamenti di servizio da parte delle istituzioni sanitarie contrari ai criteri più volte sottolineati dall’Autorità Garante.
Ci auguriamo che la Regione utilizzi proficuamente il tempo residuo della legislatura per dare una soluzione, anche se parziale e limitata alla gestione delle Camere Mortuarie ospedaliere, ai problemi del settore.
Se questa aspettativa sarà disattesa si deve sapere che non potremo stare alla finestra: dopo gli sforzi fatti per sviluppare comportamenti virtuosi, dopo averci messo la faccia e fatto sforzi che coinvolgono anche l’immagine e la serietà professionale di tante imprese, non possiamo in nessun modo accettare che le Istituzioni diventino, di fatto ed indipendentemente dalla loro volontà, il più importante sostegno all’evasione ed alla elusione delle norme e dei comportamenti corretti.