Nubi sulla Campania: a rischio l’esistenza di moltissime imprese funebri campane

Con la “Determinazione N. 9 del 08/02/2017” del comune di Napoli svolta nell’applicazione delle norme regionali: a rischio l’esistenza di moltissime imprese funebri campane.

 

Il Comune di Napoli, dopo una risposta della Consulta relativa all’applicazione delle disposizioni regionali ha deliberato di adottare rigorosamente l’applicazione delle disposizioni regionali.

Le imprese funebri per poter rinnovare l’autorizzazione all’esercizio dell’attività dovranno dimostrare la titolarità diretta di almeno n. 4 operatori necrofori con contratto di lavoro subordinato e continuativo.

Si ripropongono, quindi, tutte le considerazioni che negli anni passati hanno portato vari soggetti, in primis Federcofit, a denunciare il rischio che molte imprese funebri si troveranno a dover cessare la loro attività a vantaggio degli operatori più grossi.

Federcofit ha inviato al Governatore della Regione, On. Vincenzo De Luca una nota che riportiamo e si propone di assumere concrete iniziative per correggere le disposizioni regionali, come, del resto si era diffusamente discusso negli anni passati.

 

GOVERNATORE DELLA CAMPANIA ON. VINCENZO DE LUCA
APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE N. 12 DEL 2001 E SUCCESSIVE MODIFICHE

Ill.mo On. De Luca,

Federcofit, Federazione Nazionale del Comparto Funerario Italiano, è una Federazione nazionale del settore funebre che rappresenta e tutela i legittimi interessi delle imprese funebri e cimiteriali nell’intero territorio nazionale. Federcofit opera anche nella Regione Campania con la presenza di numerosi associati.

L’applicazione delle disposizioni regionali sulla funeraria ha, sempre, rappresentato un problema particolarmente complesso nella Campania non solo per i vari interventi di aggiornamento delle disposizioni ma anche per la natura stessa delle disposizioni molto diverse rispetto alle norme che la maggioranza delle Regioni italiane ha varato nel corso di questi ultimi 15 anni.

Da un lato, infatti, la Campania, unica Regione tra le 16 che hanno legiferato sulla materia, non ha risolto, ancora, i temi legati alle sale del commiato o “case funebri” ed ad altri aspetti presenti in tutte le disposizioni regionali, dall’altro su temi di assoluta rilevanza, quali gli organici delle attività funebri, gli obblighi formativi ed i requisiti strutturali, in genere, delle attività funebri ha adottato disposizioni particolarmente problematiche e, a nostro parere, sbagliate.

Non si deve, inoltre, dimenticare anche l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del novembre 2014, recante numerose osservazioni critiche alle specifiche disposizioni regionali.

Non possiamo non osservare che, fino ad oggi, il rispetto delle disposizioni di legge regionali è stato, sul territorio dei singoli comuni, interpretato in termini molto approssimativi se non “fantasiosi”, probabilmente anche per non “infierire” sulla possibilità per numerosissime imprese funebri di proseguire la propria attività.

È probabile che questa sia la motivazione della diffusa latitanza dei comuni campani.

Infatti presupporre, unica Regione nel panorama nazionale, l’obbligo di avere almeno n. 4 operatori necrofori con contratto di lavoro a tempo pieno e continuativo per l’esercizio di questa attività pone, sicuramente, ai Comuni, che debbono rilasciare le Autorizzazioni all’attività, problemi particolarmente seri.

Questo comportamento ha avuto conseguenze pesanti sul mancato sviluppo di processi di innovazione bloccando la crescita aziendale e professionale del settore con un pesante deficit nella tutela delle famiglie colpite da un lutto.

Oggi, con la Determinazione n. 9 dell’8 febbraio 2017, “Indicazioni operative connesse al rilascio del titolo abilitativo aggiornato alla normativa vigente per le imprese funebri e/o filiali di imprese funebri operanti nell’ambito del territorio del Comune di Napoli” emanata dalla Direzione Centrale Sviluppo Economico, Ricerca e Mercato del Lavoro – Servizio SUAP, sembrerebbe finito questo lungo periodo di approssimazione, almeno nel Comune di Napoli, con la riproposizione, a partire dal 31 marzo p.v., in termini ancora più drammatici del problema della sopravvivenza della stragrande maggioranza delle imprese funebri.

Considerando che il Comune Capoluogo svolge, sempre, un ruolo di trascinamento è prevedibile che questo problema si espanda progressivamente in tutta la Regione.

Stante il testo delle disposizioni vigenti nella Regione, e soprattutto quelle relative ai requisiti aziendali, assisteremo alla espulsione della maggioranza delle imprese funebri operanti sul territorio. Se si possono gestire i problemi derivanti da questa scelta …, bene si può procedere.

Se, invece e come ci sembra ragionevole, difficilmente si potrà affrontare la crescita di ulteriori 5/6.000 soggetti allo sbando in cerca di nuove collocazioni, che si aggiungono alle schiere di disoccupati già presenti, sarebbe opportuno fermarsi un attimo per ragionare su come mettere mano rapidamente alla rilettura della legge dopo oltre un decennio ed alla eventuale modifica delle norme regionali (modifiche da tempo richieste) e, ci sia permesso, seguire con qualche umiltà in più anche le scelte che tutte le regioni, nessuna esclusa, hanno fatto in merito ai requisiti delle attività funebri, favorendo le opportunità di aggregazione senza dirigismo e senza pensare agli interessi degli operatori più grossi.

Lei, on. De Luca, anche per la funzione di Commissario sulla Sanità della Regione, ha il potere di farlo e, senza niente togliere a quegli operatori più strutturati, vera ossatura del sistema in Campania e nel resto del paese, può apportare quelle modifiche capaci di attivare i veri e necessari processi di rinnovamento e crescita del settore.

La preghiamo, quindi, di riaprire, tramite i suoi collaboratori, il confronto per l’analisi e la definizione di conseguenti ipotesi atte alla soluzione di questi problemi e fare concreti passi avanti nella giusta direzione.

In attesa di un Suo cortese e sollecito riscontro distinti saluti,

p. Federcofit
il Segretario Giovanni Caciolli