Importante risultato dell’azione di Federcofit-Abruzzo

Nelle settimane passate avevamo avuto un sinistro sentore: un nuovo appalto per il servizio mortuario pubblicato dalla ASL di Pescara per l’assunzione di due necrofori senza che si evidenziasse l’incompatibilità tra questo servizio e l’attività funebre.

Come si dice, o meglio come diceva il buon Socrate, “tanto tonò che piosse”: il risultato del bando ha visto la preminenza in graduatoria di addetti funebri che hanno, ovviamente, provveduto a dimettersi dalla propria ditta, ma certamente senza dismetterla.

Di fronte a questi atti immediata è stata la consapevolezza del rischio per tutte le imprese funebri operanti sul territorio ed i dirigenti della Federazione hanno messo in atto tempestivi interventi presso la Regione Abruzzo, nello specifico presso la Dottoressa Melena, Dirigente per il settore e profonda conoscitrice delle problematiche della funeraria, denunciando il crearsi di condizioni atte all’illegittimo procacciamento di servizi all’interno della struttura ospedaliera.

Ancora una volta la Dottoressa Stefania Melena non ha posto tempo in mezzo: il 3 agosto è stata inviata da parte della Regione una nota (Prot. N. RA/0221908/18) a tutti, compreso il Comando dei Carabinieri per la Sanità (i NAS di Pescara), dal significativo titolo: “Illecito accaparramento clientela da parte di imprese funebri” dove, dopo aver rilevato l’alto rischio di diffusione di tale grave fenomeno, si sollecitano le strutture competenti a vigilare e porre in essere ogni iniziativa atta a neutralizzare e combattere queste prassi evidenziando anche le pene che le norme regionali pongono in essere per tali abusi.

Evidentemente “a buon intenditor… poche parole”.

In questi giorni è partita una diffida al Direttore Generale della ASL di Pescara all’annullamento della Delibera in questione sottoscritta unitariamente dalle organizzazioni abruzzesi.

Le prossime settimane ci diranno quali sono stati gli esiti.

Certo non ci fermeremo stante il fatto che simili situazioni permangono ancora nella Regione come dimostrano le vicende del Teramano.

La battaglia di Federcofit non è contro nessuno in modo personale: tutti gli operatori bravi sono degni del massimo rispetto e della massima considerazione. Deve prevalere, però, un principio: il rispetto rigoroso delle regole e, nel caso, delle disposizioni di legge della Regione Abruzzo. Quindi nelle strutture sanitarie, pubbliche o private che siano, i servizi funerari, comprese le pratiche di “disbrigo”, non debbono essere gestite da “operatori funebri” chiunque essi siano. Su questo non solo non ci debbono essere dubbi, ma la nostra azione non si fermerà fino a che questi principi e queste norme non saranno rispettati.