Carissimo estinto: il business dei funerali in mano al racket… Ci risiamo con le solite notizie farlocche…

Ci risiamo nuovamente a parlare del solito tormentone del caro estinto e di quanto siano turlupinate ed ingannate le famiglie che a questi impresari senza scrupoli si vedono costrette a doversi rivolgere al momento della dipartita del loro caro…
Non si può assolutamente mettere la testa sotto la sabbia e dire che tutti gli impresari siano perfetti professionisti del loro settore, ma d’altronde non si può sempre e comunque sparare su tutta una categoria riproponendo il tormentone che siano tutti scaltri e infimi approfittatori della disperazione altrui.
Bello l’articolo in cui si richiede a gran voce una Legge Nazionale che ponga limiti di accesso alla professione e che possa mettere in campo solo ed unicamente serie e strutturate aziende lasciando fuori “gli avventori improvvisati”, peccato che con questa legge quadro Maturani che si cerca di portare avanti come soluzione di tutti i mali, le conseguenze sarebbero ancora più gravi del danno portando veramente il comparto funerario italiano in mano a pochi oligarchi che potrebbero creare in futuro un reale racket dei funerali.
È assolutamente vero che “manca una legge che stabilisca chiaramente chi possa dirsi operatore funerario o che fissi i requisiti minimi per aprire una società di pompe funebri” come cita Gianni Gibellini, Presidente dell’associazione EFI – Eccellenza Funeraria Italiana nonché proprietario della Funeral Home di Modena, la QUASI più grande casa funeraria italiana come ribadito calorosamente nell’articolo del giornalista Lorenz Martini, ma non questa proposta di legge, o meglio, non fatta così male e chiaramente volta alla costruzione di un gotha di imprese che faranno da asso pigliatutto di un settore già non brilla per la sua trasparenza ed equità.

Continuando la lettura… ve lo siete mai chiesto quale sia il ricarico che subite tutte le volte che andate a mangiare in un ristorante?
Sapete cosa è il food cost? Ve lo spiego in pochissimi passaggi:
un ristoratore riesce ad applicare fino all’800-900 percento di ricarico sulla pietanza che vi porta al tavolo calcolando l’acquisto di una materia prima e la sua preparazione.
Arriva ad avere anche il 1200 percento di ricarico sul vino che vi bevete a tavola.
Sapete cosa ci va a pagare il ristoratore con tutto il grande ricarico che vi applica?
Utenze, tasse, dipendenti, affitti, leasing, acquisto materie prime e tutto quello che consegue a chiunque abbia l’idea di aprire una Partita IVA e fare l’imprenditore di se stesso nel paese Italia.
La professionalità di un lavoratore autonomo in Italia è scarsamente riconosciuta e quelle rare volte in cui qualcuno agisce con piglio serio e professionale ricaricando il giusto margine viene sempre tacciato di approfittatore e ladro da qualche altro collega che di sano e regolare nella propria struttura ha veramente ben poco!!!
Mi sembra abbastanza bieco e strumentale il voler mettere in piazza i costi di acquisto e ricarico delle materie prime come le casse di legno, esponendo prezzi che inducano il generico ragionare della gente a pensare che TUTTE le casse di legno siano fatte con materiali scadenti e che debbano arrivare da mercati extra UE e che debbano necessariamente avere lo stesso valore di un comodino dell’Ikea.
Non è così!!!
Esistono affermate aziende Italiane anche nel settore della produzione delle casse che da generazioni utilizzano materie di primordine e di origine nazionale e tracciata che danno da lavorare a centinaia di famiglie di artigiani del legno e di bronzisti.
Chi nella propria azienda ha effettuato la scelta di volersi posizionare economicamente sul mercato con prezzi “low cost” dovrebbe avere l’onestà intellettuale di dire che se l’offerta è bassa allora anche tutto quello che comporrà il servizio sarà adeguato all’offerta
Attenzione non ho detto scadente ma adeguato.
Le pubblicità che spesso espongono servizi a basso prezzo su ampie fette di territorio dovrebbero avere criteri di trasparenza ed onestà e non essere forvianti per chi ne è l’utente finale con richiami a prezzi “civetta” che di reale non hanno nemmeno l’inchiostro con il quale sono stati stampati.

Non si scappa, se pago poco per mangiare come nei fast food, devo essere consapevole che mangerò una qualità di materie prime commisurate a quello che sto andando a spendere.
Pensare di vestirsi da paladini della giustizia e difensori del prezzo “equo” da parte di chi nelle proprie aziende o case funerarie applica prezzi MOLTO differenti da quelli che espone nell’articolo di Business Insider Italia (fonte Repubblica) è una divisa che stona addosso a chi cerca di indossarla.

Il prezzo è da definirsi equo solo ed unicamente in base alla professionalità, al materiale scelto, ai mezzi impiegati ed ai servizi aggiuntivi che andranno a comporre la cerimonia funebre ricordandosi sempre che esiste la libera concorrenza e la sacra libera scelta da parte della famiglia.

Vogliamo che il ripetersi di situazioni da racket smetta? Certo!
Vogliamo una legge quadro che regolamenti equamente il mercato in tutta Italia? Ma magari!
Vogliamo inasprire le pene per chi negli ospedali fa mercato sulle disgrazie altrui? Sarebbe ora!
Non è abbastanza esaustivo citare eventi passati come il caso sardo o milanese del caro estinto, ma basterebbe alzare lo sguardo OGGI verso gli ospedali milanesi o romani e di come vengono considerati ANCORA come stagni nei quali pescare a mani piene nelle disgrazie altrui nonostante profondi scandali del passato che si vedono nuovamente ripetere nel presente.

Chi pensa che le imprese funebri in Italia siano una lobby chiusa su se stessa fa un gravissimo errore e veste una categoria di un abito che non vuole e non riuscirebbe neanche con grande sforzo ad indossare.

Neanche le Federazioni di categoria (tutte) riescono a malapena a tenere insieme le idee dei propri iscritti, figuriamoci a creare “cartello” tra chi per natura svolge un lavoro di carattere individualistico.

Fare chiarezza va bene ma sparare a zero su tutti cercando di eleggersi ad anima candida direi che è alquanto strumentalizzante.